C'è dolore nella poetica di Salvatore Gurrado, un grido d'amore, un senso di missione incompiuta. Non è dato scrivere il proprio sentire, ma apprenderne quella direzione oltre la stessa vita, nel suo Verso infinito.
Talora il poeta interrompe la riflessione per guardarsi intorno e la natura, grande consolatrice, lo conforta con uno sguardo affettuoso di madre. Cosi quando vede la campagna e ne ascolta i sussurri; si direbbe ch'egli fosse più un visivo, un auditivo.Ode in tonfo del remo nell'acqua e il battere il cuore, ode di fremito del vento e gli pare la voce del finito che cerca l'infinito
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