Recensione del libro Metamorfosi dei Sensi
Dalla redazione Ufficio Stampa di
Salvatore Gurrado (uno dei collaboratori)
A Cura di Gioia
Lomasti
L’insonnia della Parola.
Mi sono trovato per caso a
leggere questo nuovo libro di Salvatore Gurrado, dal titolo Metamorfosi dei
Sensi una raccolta poetica edita nel mese di marzo dalla casa editrice Yuocanprint Edizioni.
L’autore comincia cosi: nella pagina
introduttiva: “Ho salvato l’emozione dagli occhi”, per Salvatore Gurrado, corrisponde
ad un aforisma di vita, come conosciamo da tempo, l’autore non si è mai
definito poeta ma piuttosto, un filosofo prestato alla poesia lirica. Abbiamo più
volte avuto modo di leggere la sua biografia edita in tutti i social e reti
internet Wikipedia e vari blog. Laureatosi alla Statale di Milano, in filosofia.
Lui ama dire di sé che è un poeta per caso, “prestato alla poesia”, sappiamo inoltre
del suo “ateismo cosciente,” ragion per cui non esiste per l’autore una
salvezza eterna, tantomeno divina. Fin dalla sua tenera età l’autore subisce la
fascinazione di un’infanzia perduta, si trova costretto a mutare il suo
linguaggio fin dalla nascita, le scene correnti degli ospedali, l’odore estremo
della sterilizzazione, per via della sua leucemia, una fascinazione legata al
mito della morte, che lo porta a vivere la vita nella sua piena vertigine che
incorpora tutti i sensi. La metamorfosi dei Sensi rappresenta per il poeta una
sorta di sole del tramonto, che avviene dall’oscurità fino alla luce, quasi si
ritrova in un percorso inverso, prima avviene l’oscurità e dopo la luce. Con la nascita della sua primo genita “Ilaria
Gurrado” quel sole invece diventa veicolo incosciente di un’alba che fatica a
tramontare. Una luce cosi bianca, fioca, che rende persino la notte più oscura bianca.
Tutta la poesia di Salvatore Gurrado ruota intorno a due o tre poli magnetici.
Due sentimenti che si sovrappongono il “dolore e l’amore” ma entrambi vengono vissuti
come un’emozione essenziale. Un’emozione di potente qualità, straordinariamente
perturbante. Che vanno ricercati nell’autore nella sua coscienza più remota.
Sotto la superfice. Nel suo lungo
cammino filosofico e poetico, egli accoglie la notte come luogo del mistero, come
segno di un destino “diversamente felice”. Né la speranza, né la calma, ma
un’esaltazione difronte ad una scommessa perduta, per via di un’infanzia
stravolta, un paradiso infantile, per sempre compromesso, piegato al paradiso
della morte, graffiando l’anima con i ricordi, quei ricordi che con la loro
forza dipingono e stravolgono tutta la realtà. A pagina “16” della sua raccolta
poetica “Metamorfosi dei Sensi” l’autore si esprime così: “Per loro sono nato”,
come se nel titolo avesse incluso una destinazione superiore, segue scrivendo:
Arde il mio sguardo, nel fiume della vita, seguo i miei desideri. Se avessi
preso coscienza mi sarei liberato. Una lirica breve ma cosi carica di una
verità che si rivela poco per volta. Il
desiderio di uno sguardo che vive il fiume della vita, questo “tutto scorre” il
tema filosofico che ha la sua origine nell’ antica Grecia, con Eraclito. Il
desiderio come tema della coscienza, e la liberazione come tema salvifico. A pagina “25” la lirica assume il nome del
libro “Metamorfosi dei Sensi” scrive: Ho la testa persa nel mondo, quello che
voglio nella vita, e il sentimento, l’esistenza, un attimo vivo, circondato da
un lungo sogno dove tutto il male muore d’amore, e in questi ultimi versi che
riconosciamo l’autore, dove tutto il male muore d’amore. Leggere Salvatore Gurrado,
leggiamo insieme coesi antico e il moderno. Grazie per le tue parole, grazie
perché tutto il male muore d’amore.