sabato 7 maggio 2011

INTERVISTA A SALVATORE GURRADO, SUL LIBRO CIELI DI TERRA

A.M.: “Cieli di Terra” è la tua prima pubblicazione?
Salvatore Gurrado: Sì è stata la prima, il sentimento che ho provato ed una forma di organicità, come in un arto reciso. La mia poesia non è altro che una caduta residuale di me, che si distacca da me. La Poesia e Vita come irripetibilità dell’evento vivente una volta sola
A.M.: Quanto è importante per un poeta saper “osservare” il presente?
Salvatore Gurrado: Io credo che per un Poeta sia importante saper "osservare" in qualsiasi modo la realtà, visiva, scritta, uditiva, ciò che il poeta non deve fare essere indifferente. Il poeta è capace di cogliere lo straordinario nell’ordinario
A.M.: Qual è la poesia pubblicata in “Cieli di Terra” che senti possa arrivare maggiormente ai lettori?
Salvatore Gurrado: Da scrittore non so come ci si possa sentire da lettore, le poesie sono emozioni, sono frammenti, sono strappi violenti alla vita, ma sopratutto le poesie sono emozioni, e perciò come tutte le emozioni sono vario-pinte, ogni lettore trova una parte di se, trova l’amore, la gioia, il dolore, la natura, trova se stesso attraverso me.

A.M.: Ti sei trovato bene con la casa editrice Rupe Mutevole? La consiglieresti?
Salvatore Gurrado: Due motivi mi indussero ad accettare il difficile compito che altri avrebbero certo assolto assai meglio, l’amore per la poesia e la fiducia dell’editore, un grazie sentito a Gioia Lomasti l’anima di ogni speranza
A.M.: Progetti per il 2011? Qualche altra pubblicazione?
Salvatore Gurrado: Credo di sì, ma questo dipende dai miei neuroni, dai miei anni, e sopratutto dagli editori

il dolore

Riflessione morale: la sostanza della vita è formata dal dolore, segnata fin dal parto, anche il parto essendo una forma d'atto d'amore più sublime, è uno strappo al dolore, questa azione cosi cruento che viene operato per la messa al mondo di una creatura. Perciò per questi sensibili motivi il dolore risulta l'unico sentimento vero, anche l'amore il più bello di tutti i sentimenti finisce, come la gioia, la felicità, ciò che rimane è questo spasmo di dolore vivo, che colpisce sempre, come un chiodo nel cuore che non rimargina mai la sua ferita provocata da una bestia senz'anima. Salvatore Gurrado è un Marthyr, dal suo etimo Testimone, per quanti sforzi possa compiere, non può mai poter raccontare ciò che io vivo, ciò di cui sono stato posseduto nel mio abbandono. Quindi Salvatore Gurrado è al riparo da qualsivoglia storia, è intestimoniabile, ciò che non si può udire, vivo nonostante tutto sulla nostalgia delle cose vissute, “emozioni”, “strappi”, “frammenti”, “amori”, io vedo e cosi sento, se io leggo, ho bisogno di leggere, non per ricordare o nella presunzione che lo scritto corrisponda all''orale, c'è una profonda idiosincrasia tra la vita e la nostalgia del cose vissute, non è solo la vista che ferisce, ma il suo cuore è ascolto. Questo mio complesso di emozioni sentiti provati fino alla mia ultima energia, Salvatore Gurrado vive il sentimento come un “abbraccio profondo” come il sussurro eterno di questo amore che lo ha ferito è segnato per sempre, questo strappo scarnale, sacrificato alla sua carne sul ristamio dell'anima questo dolore che agisce mentre la mia anima tutta marcisce. Sono in preda a delle lacrime senza fine.